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Formazione e lavoro

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Favorire l’inserimento e l’integrazione lavorativa di pazienti psichiatrici.
Fornire un servizio di accompagnamento per Enti pubblici e privati, profit e non, volto a facilitare l'inserimento lavorativo, proponendo un approccio innovativo sviluppato sull'esperienza, adattabile a diversi contesti lavorativi, improntato sulla persona.

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Il lavoro è considerato dagli esperti del settore uno strumento fondamentale nel percorso dei pazienti psichiatrici, ma quest’area è per loro una delle più inaccessibili: difficilmente riescono a realizzare esperienze lavorative, “reali” o terapeutiche che siano, e quando ciò accade difficilmente si tratta di esperienze di medio-lungo periodo.

I pazienti psichiatrici spesso hanno difficoltà nel mantenere l’attenzione, apprendere e ricordare informazioni, pianificare le operazioni e riflettere sulla soluzione dei problemi. A questi esempi di criticità della quotidianità lavorativa si affiancano altri tipi di barriere, tra cui la più rilevante è lo stigma.

Bisogno primario della persona è vivere un’esperienza di lavoro stabile, mentre quello del potenziale datore di lavoro è dotarsi di strumenti per interagire e gestire il lavoro assieme al paziente, condizione indispensabile per la prosecuzione dell’esperienza. Analizzando le competenze attese, emerge la necessità di interventi facilitanti a livello di ambiente e di relazione per il paziente e per chi ci collabora.

Si tratta in ogni caso di un intervento soggetto a doppia personalizzazione: rispetto alla persona (capacità, esperienza e competenze) e rispetto all’ipotesi di lavoro nel suo complesso (compiti, contesto relazionale, contesto fisico). Gli interventi di progettazione in quest’area sono:

  • adattamenti delle interfacce delle macchine. Per esempio, nel caso di PC occorre pensare ad interfacce che evidenzino solo gli elementi utilizzabili e necessari all’esecuzione delle attività, eliminando le parti che possano rivelarsi confusive e distraenti rispetto agli obiettivi del lavoro;
  • messa in sicurezza delle macchine relativamente al loro utilizzo (sicurezza personale, sicurezza dei dati trattati), con correzione automatica di eventuali errori nelle attivazioni;
  • adattamenti e facilitazioni nell’ambiente fisico. Per esempio marker (colori diversi) per identificare facilmente settori di un magazzino, logica nella disposizione degli elementi di lavoro e loro individuazione.

Qual è l’obiettivo di C.I.S. in quest’area d’intervento?

L’obiettivo di C.I.S. è quello di fornire un servizio di accompagnamento per Enti pubblici e privati, profit e non, volto a facilitare l’inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici. 

C.I.S. propone un approccio innovativo e una metodologia sviluppati sull’esperienza e improntati sulla persona, adattabili a diversi contesti lavorativi e in grado di supportare uno staff misto nella fase di formazione e in quella di gestione del lavoro. 

C.I.S. fornisce un servizio di assistenza e consulenza completo che si sviluppa su due livelli:

  • Avviamento dell’attività e dell’inserimento lavorativo – Start up dell’impresa sul piano amministrativo, individuazione delle risorse umane ed economiche necessarie, pianificazione e gestione sostenibile dell’attività
  1. Gestione dello staff – formazione e gestione dello staff (pazienti e professionisti che li affiancano); impostazione della supervisione costante da parte di uno staff clinico; adattamento dell’ambiente fisico, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni assistive.

Le soluzioni assistive vengono sviluppate in seguito all’applicazione di uno strumento di valutazione, creato ad hoc, per mezzo del quale ci si propone di svolgere sia un’analisi di contesto sia un’analisi dei bisogni e delle problematiche dei pazienti coinvolti. Sulla base dei dati raccolti, verranno dunque sviluppate una serie di ipotesi d’intervento sullo spazio e sui dispositivi coinvolti nell’attività lavorativa. Le ipotesi verranno poi discusse con lo staff tecnico e lo staff clinico e le più efficaci verranno selezionate per la preparazione di una demo da implementare nell’ambiente lavorativo. Al termine di un periodo di sperimentazione l’intervento verrà perfezionato in base all’analisi dei risultati. 

 

Contesto di sperimentazione

Numero Zero è il primo ristorante inclusivo dell’Umbria, un progetto all’avanguardia a livello nazionale e internazionale. Inaugurato il 28 novembre 2019 a Perugia in pieno Centro storico, in una struttura che di giorno ospita il Centro Diurno Psichiatrico FuoriPorta della Fondazione La Città del Sole – Onlus , ha come tratto distintivo uno staff costituito almeno al 50% da pazienti psichiatrici in carico ai Servizi di Salute Mentale del territorio, affiancati da professionisti della ristorazione e supervisionati da uno staff clinico. 

L’iniziativa ha recentemente ottenuto, nella persona della sua Direttrice Vittoria Ferdinandi, un importantissimo riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quello di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Il manifesto di Numero Zero  

«Numero Zero è un luogo d’incontro, ideale e fisico, di scambio di bisogni, in cui la diversità non crea imbarazzo, e dove ci si può anche annusare, toccare e riconoscere. Uno spazio in cui bisogna lasciare sulla porta i luoghi comuni e i pregiudizi, in cui la perdita del common sense diventa più dolce e condivisibile. Un luogo in cui immaginare la realtà e organizzare il futuro, avendo a cuore il nostro destino collettivo. L’inimmaginabile è ciò a cui pensare quando tempi, condizioni, esistenze sembrano zittire ogni parola fuori norma e sembrano volerci rendere prigionieri della paura dell’Altro.  Numero Zero vuole essere prima di tutto un luogo in cui promuovere una cultura della diversità intesa come patrimonio di inestimabile ricchezza; un luogo di incontro, socialità e cultura, dove si fa musica, cinema, teatro e letteratura; dove, inoltre, e non per ultimo, si può mangiare bene o semplicemente bere qualcosa in compagnia. Un luogo in cui si realizza una “Comunità competente”, responsabile dei mondi che immagina e che costruisce attraverso i propri linguaggi e le proprie azioni.
Un luogo capace di scatenare, finalmente, un autentico senso d’appartenenza e di riconoscere dignità vera anche attraverso il lavoro, e anche attraverso il lavoro di chi il lavoro non lo trova mai. Se da un lato ai Servizi di Salute Mentale è stato dato il mandato di promuovere la partecipazione attiva dei pazienti psichiatrici alla vita comunitaria, dall’altro lato la comunità, e il mondo dell’associazionismo in particolare, ha il dovere di fornire opportunità di inclusione vera. E il lavoro retribuito costituisce un perno fondamentale per il supporto alla costruzione dell’identità, di un ruolo sociale e di relazioni significative all’interno della comunità, fuori dall’istituzione psichiatrica.
La nostra mission è fare la nostra parte.»

Numero Zero